Raccontare un’esperienza è sempre una grande responsabilità, ma è compito di ognuno di noi essere testimoni di quello che viviamo, è cosi da sempre, altrimenti non avremmo saputo di un uomo morto in Croce per la nostra Salvezza. Ascoltare i poveri significa ascoltare Dio, stare con i poveri significa stare con Dio… ma per fare questo non serve fare 10 ore di volo, tutti questi km servono a noi per sentirci diversi, migliori e “missionari”, ma sono inutili se non siamo pronti ad incontrare il prossimo ed ascoltarlo, sappiamo benissimo che il missionario non è  tanto più grande quanta più strada ha percorso. Mettersi in ascolto, non dobbiamo pensare che sia vivere in modo passivo un’esperienza, anzi proviamoci veramente e capiremo quanta fatica provoca; ascoltare non è solo compito delle orecchie, ma sono gli occhi, il naso e attraverso loro il cuore, non è vero che per incontrare e conoscere serve la bocca, una bocca che è sempre pronta a giudicare, che ha fretta di comunicare di aver capito tutto, ma se non hai ascoltato non puoi aver capito, spesso pensiamo di aver capito prima di partire ed è per questo che una volta li entriamo in confusione, una magnifica e rigenerante confusione, forse partire con tanta umiltà ed un sincero desiderio di incontro renderebbe l’esperienza più vera.

Perché andare in Africa? è giusto chiederlo a se stessi… e forse è anche giusto darsi una risposta, personalmente sono andato in Africa la prima volta per curiosità e perché mi è stato proposto, poi ci sono tornato per cercare di capirci qualcosa, poi ci sono tornato ancora per cercare di capire qualcosa… possiamo andarci per incontrare i poveri, per sentirci meglio, per vedere, per poter raccontare una storia, per curiosità, per fuggire, ognuno cerca sempre tanti motivi per partire… e nonostante tutti questi motivi spesso non partiamo… proviamo allora a vederla diversamente… quindi perché non andare? Proviamo a rispondere, da questo punto di vista forse è più semplice. È la sesta volta che vado in Africa e non per questo sono più bravo di chi è andato cinque volte, ho solo avuto la fortuna di non avere mai avuto un motivo per non andare… ma il dubbio si fa forte ogni volta, perché riandare? Ma la domanda che mi ha messo sempre in difficoltà è perché riandare? Ho capito che i bambini sono belli, che non avere non vuol dire non essere e i poveri sono figli di Dio, che l’Africa è bella, la gente è accogliente, ma in tutto questo che ruolo ho io? Andare avanti e indietro, ma se l’effetto al mio rientro dura solo 2 mesi, che senso ha ritornare, il cambiamento deve essere radicato dentro di me, deve essere per sempre, solo cosi potrò essere in ogni momento vicino al mio fratello “povero”.

Quest’anno sono partito con le idee chiare, ho sempre pregato il Signore di aiutarmi ad ascoltarlo, ma la paura era tanta, preghiamo tanto per capire cosa vuole da noi, ma poi se ci risponde siamo pronti? Che paura!! Gli ho chiesto di capire cosa devo fare, è ora di prendere una strada, questa volta è l’ultima che vado… continuerò a vivere da turista o sarò capace di essere parte di questo posto? Sono state settimane bellissime, rispetto all’ultima visita ho trovato i bambini con la pancia sgonfia, discretamente puliti, orti rigogliosi vicino alle case e Maria Pia con la sua disarmante Fede, ci fa veramente vedere e capire come nulla va perduto se fatto con amore e per il prossimo, ci sono grandi sacrifici ogni giorno e tante amare sconfitte ma un unico grande obiettivo che essere la volontà del Signore, questa è Pia, questa penso che sia una Vocazione… ho quasi capito che potevo essere utile lì… dico quasi perché con il biglietto del rientro in tasca è facile parlare… Nelle pagine dl questo sito avrete sicuramente visto come il progetto prosegue rapido e concreto, scuole, mensa, centro nutrizionale, case, clinica e ospedale, ecc… ma dobbiamo fare in modo che non siano solo contenitori vuoti da riempire… dobbiamo essere testimoni delle nostre esperienze. Questa esperienza è stata come un sasso lanciato in uno specchio d’acqua che è la mia vita, un sasso semplice come la mia esperienza e piccolo come il tempo trascorso in Africa, ma sono le onde create da questa esperienza che continuano a dare i frutti nella mia vita.

Giacomo Biccari.